Cosa significa per me fare la consulente

Nella visione collettiva il consulente è una persona esterna alla tua azienda, che “si permette” di dirti cosa non va e cosa funziona, ma ovviamente come ottimizzare il tuo lavoro a prescindere dalla fatica che hai fatto per arrivare fino a lì.
Questo è sbagliato, o almeno, per mia fortuna posso definirmi “diversamente consulente”.
Chi fa consulenza oggi, non può permettersi di assumere un comportamento come quello descritto sopra, deve essere umile, disponibile, preparato ma paziente, deve accompagnare l’imprenditore e molto spesso anche i suoi collaboratori per capire come meglio lavorare con loro.
Consulente non fa rima con nullafacente
Partiamo dalla definizione di consulenza:
L’attività del consulente, come prestazione singola o saltuaria di consigli e pareri da parte di un esperto su materie di propria competenza, o come prestazione continuativa e professionale: prestare, offrire la propria consulenza… (fonte Treccani vocabolario online)
Da questa definizione si possono carpire alcuni punti fondamentali:
- il consulente deve essere un esperto nella propria materia;
- il consulente fornisce consigli e non obbliga nessuno a fare nulla;
- il consulente deve essere sempre aggiornato nella propria materia.
Insomma non è così semplice fare attività di consulenza e farla bene, perché presuppone che si continui sempre a studiare e sperimentare per conoscere in modo sempre completo ed aggiornato la propria specializzazione.
Nel mio caso, sebbene la mia qualifica sia quella di Assistente Virtuale, come ho già spiegato in precedenza l’assistente virtuale non è solamente una mera esecutrice, bensì è una Online Business Manager che fornisce supporto ad altri professionisti. Supporto che si identifica come attività di consulenza per la scelta e l’utilizzo degli strumenti o per la gestione ed organizzazione delle attività.
Consulenza è anche quella che posso dare ad un collega
Mi piace pensare che noi tutte siamo in qualche modo consulenti, quanti consigli e assistenze facciamo durante il giorno? Tua figlia chiede – quali scarpe posso mettere? – oppure – come faccio oggi ad andare a scuola poi a sport e passare anche in cartoleria? – insomma, soprattutto per noi donne la consulenza viene quasi da sola 🙂 .
Ovvio che non si può pensare sia così semplice nel lavoro, quando svolgi un’attività e ti definisci specialista in questa attività, devi dimostrare ogni singolo giorno che è realmente così.
Le possibili modalità di consulenza sono verso il cliente o verso un’altra assistente virtuale.
Verso il cliente, consigliandolo e seguendolo nella creazione di nuovi strumenti o migliorandone l’utilizzo di quelli già esistenti, aiutandolo a comprendere come poter lavorare bene producendo valore senza obbligo o costrizione, ma rendendolo cosciente di dove può realmente arrivare.
Verso una nuova assistente virtuale, perché in realtà quando qualcuno si avvicina a questa professione, valuta, chiede a chi già presente sul mercato e chiede consiglio o supporto per capire come poter iniziare e soprattutto come poterlo fare bene per lei e per il proprio cliente.
In questo caso mi piace pensare di poter aiutare con un percorso di mentoring le future assistenti virtuali, perché io per prima ho avuto bisogno, quando sono partita, di persone preparate e disponibili che mi hanno aiutata a creare la mia professione.
La consulenza che si faccia in casa o al lavoro, necessita di preparazione, dedizione e passione, se queste 3 cose mancano, verrà a mancare il vero rapporto con il cliente che alla fine ti considererà solo una fattura a fine mese da pagare e non un collaboratore fidato con il quale cercare il continuo miglioramento.
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