Essere un’Assistente Virtuale ai tempi del Coronavirus

Da quando sono diventata un’Assistente Virtuale, la mia modalità di lavoro è sempre stata online, connaturata all’essenza stessa della mia professione. Per questo motivo gli avvenimenti dell’ultimo periodo legati al Coronavirus non hanno intaccato più di tanto la mia routine lavorativa e, mai come adesso, sono stata grata di aver intrapreso tempo fa questa scelta.
Certo, anche io sto subendo il contraccolpo di questa grave situazione sociale ed economica: a eccezione dei clienti già consolidati, i nuovi progetti in partenza sono stati congelati e il futuro appare più che mai incerto in questo momento. Anche la quotidianità è stata modificata dal fatto di avere tutta la famiglia a casa e per questo è stato molto importante per me avere un angolo dove potermi chiudere a lavorare senza distrazioni.
Come sempre capita nelle situazioni impreviste e di stress, la cosa migliore da fare per non perdere completamente il filo è fermarsi a riflettere per valutare in modo obiettivo le proprie possibilità e qualità e metterle al centro per ripartire al meglio.
Da qui la mia riflessione sulla professione di Assistente Virtuale che penso si stia dimostrando sempre più una professione al passo coi tempi. Avevo sempre apprezzato la possibilità di lavorare da casa e la flessibilità che ne comporta, ma ora posso apprezzare questo aspetto ancora di più. Se voglio andare al supermercato in un orario in cui penso ci sia poca gente, posso farlo e poi tornare a casa e riprendere il lavoro da dove lo avevo lasciato. Se devo occuparmi di qualche incombenza per la casa o i miei figli, posso organizzare in autonomia i miei orari. È una grande fortuna, nonché un vantaggio considerevole nell’ottimizzazione della gestione e dell’equilibrio tra vita personale e vita lavorativa.
Come sempre c’è anche un rovescio della medaglia da considerare: faccio parte di quella schiera di professionisti che, lavorando a partita iva, si stanno preoccupando non poco per gli sviluppi futuri di questa situazione di blocco e di emergenza.
Io personalmente ho scelto di affrontarla con ottimismo, convinta che a un certo punto la crisi che stiamo vivendo andrà pian piano a risolversi. Scelgo consapevolmente questo atteggiamento positivo per non stare ferma a lamentarmi e preoccuparmi di quello che potrebbe succedere o meno, ma continuare invece a impegnarmi dietro le quinte per farmi trovare pronta quando si potrà di nuovo lavorare a pieno regime.
Una delle cose positive che ho notato è che si sta finalmente diffondendo la consapevolezza del fatto che lo smart working è qualcosa di reale, di tangibile, di fattibile. Fino a non molto tempo fa, il lavoro a distanza era considerato meno importante. In certi contesti si è spesso pensato che se lavori online in realtà non stai veramente lavorando. Questa convinzione sta cambiando per fortuna, anche grazie a questa situazione anomala. Ci si sta rendendo conto che si può lavorare a distanza, studiare a distanza, fare ginnastica a distanza (perfino la mia insegnante di yoga si è attrezzata per fare lezione online!).
Sta cambiando, quindi, la percezione che abbiamo del lavoro online e questo mi fa pensare che quando le cose inizieranno a migliorare, finalmente, il telelavoro sarà visto in un’ottica diversa. Ci saranno più aziende e più professionisti che prenderanno in considerazione la possibilità di affidarsi a qualcuno che non lavora in ufficio con loro. Ed è anche per questo che sono felice di offrire il mio supporto come mentore a tutte coloro che vogliono compiere i primi passi in direzione della professione di Assistente Virtuale.
Ci lamentiamo sempre di non aver tempo, ma proprio ora questa non può essere una scusa: abbiamo finalmente il tempo di fare quel corso di formazione che abbiamo comprato e mai fatto, di lavorare dietro alle quinte della nostra attività per migliorarla, di ragionare su quali nostre competenze investire adattandoci alla nuova situazione, investendo su noi stessi e sulla nostra crescita personale e professionale. Abbiamo tempo, sfruttiamolo bene!
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