Diventare un’Assistente Virtuale. Intervista alla business coach Fulvia Silvestri su atteggiamento mentale e soft skill per avviare un’attività in proprio

Nel corso dei miei 10 anni di Partita Iva, in diversi momenti, ho sentito l’esigenza di chiedere una consulenza a dei coach per avere consigli sul mio percorso professionale, uscire da momenti di stallo o trovare nuovi stimoli. Qualsiasi fosse la motivazione, ho sempre trovato molto utile l’apporto di un occhio esterno in grado di valutare la situazione in modo più ampio e chiaro rispetto a quella che abbiamo noi vivendo le cose in prima persona. Inoltre, lavorare con una coach permette anche di allenare quelle soft skills che sono fondamentali per avviare un’attività in proprio, come impegno, disciplina e il giusto atteggiamento mentale.
Fulvia Silvestri è uno dei miei punti di riferimento in quest’ambito: è una business coach e consulente di carriera che accompagna freelance e professionisti a progettare il proprio modello di business, per realizzare il futuro che desiderano. Ecco i suoi preziosi consigli per chi è all’inizio di un nuovo percorso lavorativo!
Quanto conta l’atteggiamento mentale per chi sta avviando un’attività in proprio?
Conta tantissimo: avere una mentalità di crescita è fondamentale. Una mentalità fissa, rigida o al ribasso sono tra le cause maggiori tra quelle che impediscono di raggiungere risultati nella libera professione.
Partiamo dal concetto di base che per gestire un’attività in proprio servono impegno e disciplina: una capacità di mantenere fede agli obblighi che abbiamo preso con noi stessi e con gli altri. È importante sapere concentrarsi sulle cose da fare, con dedizione e cura: avere chiare le azioni da compiere e compierle.
Ma prima ancora è necessaria una visione, il dove vogliamo arrivare, quali sono gli obiettivi che vogliamo realizzare, perché solo così possiamo essere consapevoli delle azioni da svolgere ogni giorno per concretizzarli. Una mentalità orientata al risultato ci aiuta a seguire una tabella di marcia con coerenza e ci allena a evitare i rischi legati alla procrastinazione.
Avere quello che si dice un buon mindset ci aiuta a mantenere alta la motivazione, ossia la tendenza ad agire per produrre effetti. La motivazione di tipo pratico è quella più comune e che tutti giocoforza conosciamo, ad esempio la necessità di sbarcare il lunario e portare lo stipendio a casa; quindi, clienti e fatturato. Io la chiamo la fame.
Serve, però, anche una motivazione ideologica, intrinseca, che è quella di avere uno scopo, un progetto alto che vada un po’ oltre il giorno per giorno e che ti faccia sempre rimettere al centro con entusiasmo i motivi per cui hai scelto di fare ciò che stai facendo.
Quali sono le principali soft skill da allenare per avere successo in un’attività in proprio?
Al primo posto metto senz’altro le capacità relazionali. Si è erroneamente portati a pensare che avere un’attività in proprio significhi lavorare da soli, ma non è così, altrimenti come potrebbero arrivare le entrate economiche? Le competenze relazionali sono tutte le abilità che riguardano il modo di comunicare, entrare in contatto e rapportarsi con gli altri. Questo tipo di capacità definiscono il modo in cui ci comportiamo e interagiamo con le altre persone. Ad esempio, se anziché essere assertivi e riuscire a esprimere le nostre opinioni in equilibrio abbiamo un atteggiamento aggressivo o troppo remissivo, sarà molto difficile affrontare situazioni di confronto o conflitto con dei clienti o dei fornitori.
Sappiamo bene che gestire un’attività in proprio significa gestire momenti positivi e momenti negativi. Hai qualche consiglio utile per affrontare gli inevitabili momenti difficili?
Credo nell’importanza di avere una buona autostima, una propria centratura.
Avere autostima significa essere a proprio agio, stare bene con sé stessi: sentire di essere una persona che ha un valore permette di gestire la propria vita senza eccessive paure di sbagliare, affrontando con positività e proattività gli inevitabili problemi della vita e nel lavoro.
L’autostima è una autovalutazione sempre condizionata dal nostro punto di vista che, però, è possibile imparare a tarare su dati più realistici e meno condizionati dai limiti che in genere siamo abituati a riscontrare nella nostra persona.
Per migliorare l’autostima possiamo sviluppare un’altra abilità che è quella dell’autoefficacia, ossia la capacità di trasformare le idee in azioni concrete. Sapere gestire bene le situazioni ci permette di limitare le insicurezze e finiamo con il concentrarci sul processo delle cose da fare e meno sulle pippe mentali.
Per accrescere il nostro senso di autoefficacia esistono delle tecniche che ci permettono di allenarci e migliorare; servono pazienza ed esercizio.
Come ci si può differenziare dalla concorrenza?
Valutando il proprio modello di business.
È abbastanza naturale iniziare a muovere i primi passi in una nuova professione provando a guardarsi intorno e sperimentare. Però dopo ogni cambiamento, prima di investire soldi e risorse, bisogna essere consci del fatto che la sola buona volontà non è sufficiente; per crescere e differenziarsi in maniera efficace è necessario avere una piena consapevolezza della propria situazione attuale, lavorare sui punti di forza e gestire i punti di criticità.
Creare o rivedere il proprio business model è un metodo ideale per analizzare la tua proposta di valore, quali sono i clienti giusti a cui rivolgerti, chi sono i tuoi competitors, quali canali comunicativi attivare o potenziare. Orientarsi e farsi da soli le domande giuste non è facile; dunque, farsi aiutare a stabilire quanto il tuo modello di business sia performante e come ottimizzarne i risultati è uno dei migliori investimenti che puoi fare.
Credo molto in un approccio pratico e concreto, anche perché l’ho sperimentato sulla mia pelle: l’entusiasmo e le energie si disperdono facilmente se non le convogliamo nella direzione e nelle azioni giuste. Per questo ho creato Scenario, un servizio ad hoc per lavorare proprio su questi aspetti.
Se dovessi dare un solo consiglio a chi sta impostando le basi per la propria attività, quale sarebbe?
Ricordarsi che tutto parte sempre da noi, come individui prima ancora che come professionisti. Unire l’essere al fare: serve la capacità di lavorare sulla nostra crescita personale perché solo se funzioniamo bene noi funziona anche il nostro business.
Per approfondire gli argomenti trattati e rimanere in contatto con Fulvia:
https://www.fulviasilvestri.it/
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