Diventare un’Assistente Virtuale. Intervista alla consulente di comunicazione visiva Erica Bortolussi su come comunicare al meglio la propria attività agli inizi

Diventare Assistente Virtuale_Comunicazione

Erica Bortolussi è una consulente e progettista per la comunicazione visiva che si occupa di progettare l’identità visiva di professionisti, aziende e brand, occupandosi anche degli strumenti per promuoverla.

Quando si decide di dare il via alla propria attività in proprio, come può essere quella di Assistente Virtuale, la comunicazione è un aspetto importante da curare, ma troppo spesso lo si fa senza cognizione di causa e, al tempo spesso, si spera che sia la comunicazione a portarci clienti e profitti. Le cose non sono così semplici e lineari ed è per questo che i consigli di Erica sono ancora più preziosi, perché ci aiutano a comprendere quanto la comunicazione possa essere utile a promuovere il nostro lavoro, ma solo se la utilizziamo in modo ragionato.

Quali sono i primi passi che consiglieresti a un’aspirante freelance per comunicare la propria attività e i propri servizi?

Il primo consiglio che mi sento di dare è quello di “pensare prima di fare”, cioè dedicare un momento a pensare alla propria comunicazione prima di iniziare a “farla” concretamente. Questa riflessione iniziale è importante per capire quale strategia adottare prima di andare sul mercato. Occorre ragionare su tutta una serie di aspetti: a chi rivolgo i miei servizi e quindi la mia comunicazione, quali sono i miei competitor e come comunicano loro, quali sono i canali di comunicazione in cui occorre essere presenti… Tutto ciò è importante perché, soprattutto all’inizio, un freelance ha tanta voglia di comunicare con il rischio, però, di fare tante attività, farle in modo disorganizzato e confuso, senza ottenere risultati. La comunicazione, se ben organizzata, aiuta proprio ad evitare questo.

Quali sono gli elementi più importanti per definire la propria brand identity?

La brand identity comprende una serie di aspetti che sono legati ai propri valori, a livello professionale ma anche a livello personale, perché nella libera professione queste due cose si accorpano, creando la propria identità. Quando parliamo di identità, parliamo anche di visual identity. È molto importante avere un’identità visiva riconoscibile per potersi presentare sul mercato in modo distintivo ogni volta in cui in qualche modo parliamo di noi, sui social o attraverso altri strumenti di comunicazione. Che si tratti di un biglietto da visita, di un preventivo o una fattura, una presentazione o un webinar, è importante avere un’identità visiva che possa essere associata alla nostra identità professionale. Per riuscirci, il mio consiglio è quello di partire con un kit di elementi che tornano sempre utili. Questo kit comprende: il logo, una palette di colori da utilizzare in prevalenza per le proprie comunicazioni, la scelta di alcuni font che comunichino il nostro stile, foto e immagini che ci piacciono e rappresentino. Non dobbiamo scegliere subito tutte le immagini e le grafiche da utilizzare, ma capire qual è lo stile che vogliamo comunicare per la nostra identità professionale e come utilizzare questi elementi a seconda dei canali e del modo in cui si comunicherà.

Come scegliere i propri canali di comunicazione?

Questa è una domanda molto intelligente perché non mi hai chiesto quali canali di comunicazione usare, ma come sceglierli che è appunto la domanda giusta da porsi. Bisogna valutare, innanzitutto, dove può essere il nostro pubblico, che non è detto che sia necessariamente il cliente: potrebbe esserci un pubblico che ci porta al nostro cliente. Un secondo fattore da valutare è quale sia il canale di comunicazione più consono al nostro modo di essere e di comunicare: se non siamo capaci o odiamo essere riprese in video, forse YouTube non è il canale giusto. Occorre poi considerare quale canale sia migliore per i nostri servizi, sia che vogliamo distinguerci dai nostri competitor, sia che vogliamo essere presenti sugli stessi canali per offrire un confronto.

Se all’inizio della propria attività non ci si può permettere un sito, come sfruttare al meglio il proprio profilo LinkedIn?

LinkedIn è uno strumento molto valido dal punto di vista professionale e permette di fare una serie di cose interessanti. Il consiglio è quello di organizzare al meglio la pagina del proprio profilo e curarla senza considerarla un semplice CV, ma utilizzando gli spazi che sono a disposizione per raccontare quello che si fa. Ad esempio, c’è la possibilità di mettere in evidenza delle attività in primo piano, caricare delle immagini o delle presentazioni rappresentative della nostra attività. Si può poi sfruttare la possibilità di pubblicare post per proporre dei contenuti e raccontare così il nostro lavoro. Si possono creare delle newsletter interne a LinkedIn, proponendo delle comunicazioni più approfondite e si possono anche pubblicare dei veri e propri articoli, in un formato che in qualche modo ricorda le pagine di un blog. Attenzione, però, ad aver sempre ben presente che quando siamo su un canale di cui non siamo proprietari, come appunto LinkedIn e tutti i vari canali social, qualunque cosa può succedere all’interno della piattaforma, noi non siamo più proprietari dei nostri contenuti e potremmo perderli o non avervi più accesso, contrariamente all’utilizzo di un sito web o una newsletter personali di cui possiamo essere proprietari. Non appena possibile, consiglio di considerare questo investimento, perché sito web e newsletter rimangono, secondo me, due strumenti imprescindibili per ogni freelance.

Un consiglio personale che daresti a chi è all’inizio di un percorso di lavoro in proprio, una cosa che ti è stata utile o un errore che hai fatto da cui hai imparato qualcosa.

Il mio consiglio più grande è fondamentalmente uno e gira tutto attorno a questo: chiedere aiuto. All’inizio la preoccupazione è quella di fatturare, trovare clienti, lavorare, lavorare, lavorare. Spesso, quindi, nella preoccupazione di fare tutte queste cose, si ha paura a investire per sciogliere i propri dubbi. Se pensate che vi manchi qualcosa o avete un dubbio, meglio chiedere subito una consulenza. Quella consulenza potrebbe essere la migliore risorsa, il miglior investimento che possiate fare per ottenere prima i risultati che volete. Un errore che ho fatto anche io è quello di partire senza una consulenza di business e senza un business plan. Ho poi imparato tante cose nel corso degli anni, non per forza sbattendoci la faccia, ma sicuramente impiegando molto più tempo a capirle e applicarle che se non avessi dedicato quel tempo all’inizio per avviare in un modo più strutturato il business.

 

Per approfondire gli argomenti trattati e rimanere in contatto con Erica:

www.ericabortolussi.com

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Stefania
Stefania
Ciao, sono Antonella Cafaro e mi occupo di assistenza virtuale. Aiuto professionisti e imprenditori a risparmiare tempo, crescere e raggiungere i loro obiettivi godendosi la loro attività mentre io mi occupo del resto e supporto le donne che vogliono diventare assistente virtuale con un percorso di orientamento e mentoring.
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