Diventare un’Assistente Virtuale. Intervista alla commercialista Elisa Antolini su dubbi fiscali e consigli per lavorare in proprio

Diventare Assistente Virtuale_Commercialista

Elisa Antolini è una commercialista di grande esperienza che segue da anni attività di ogni tipo, facendo anche un’importante opera di educazione fiscale attraverso i suoi canali di comunicazione. La sua dote principale è quella di saper spiegare i concetti complicati, astratti e mutevoli del fisco in parole semplici ed è il motivo per cui le ho chiesto di rispondere ad alcuni dei principali dubbi che ogni aspirante Assistente Virtuale ha all’inizio del suo percorso. Sono certa che le sue indicazioni potranno essere uno spunto di riflessione prezioso per capire come muoversi quando si decide di intraprendere una nuova professione da freelance!

È possibile aprire partita iva mantenendo almeno inizialmente il lavoro dipendente?

Sì, anzi, in alcuni casi è anche una soluzione molto favorevole fiscalmente.

Io dico sempre che la Partita Iva è un percorso e può essere utile lasciare in modo graduale il vecchio lavoro per avviarci nel frattempo al nuovo con maggiore consapevolezza. Negli ultimi anni è molto diffusa la condizione di slash workers, coloro che finanziano l’avvio della loro nascente attività autonoma con lo stipendio che ancora ricevono dalla vecchia. Questa può essere una situazione molto conveniente, ad esempio, nel regime forfettario, che è un regime nel quale paghiamo un’imposta sostitutiva che non assorbe detrazioni e deduzioni, però se ci affianchiamo al contempo un reddito da lavoro dipendente che le assorbe allora non avremo lo svantaggio del forfettario e sarà la situazione ottimale.

Ulteriormente se io sono dipendente e più che part-time, quindi dalle 25 ore in su, se apro un’attività di commercio posso chiedere l’esonero contributivo, cioè non pagare i contributi sulla nuova attività di commercio e diventa così ancora più conveniente affiancare lavoro dipendente, attività forfettaria e di commercio.

Quando è possibile lavorare in prestazione occasionale?

Il tema è più di pertinenza di un Consulente del Lavoro, ma diciamo che si esegue una prestazione occasionale quando, appunto, questa si esegue occasionalmente.  Il limite dell’occasionalità non è ben delimitato dalla normativa e di conseguenza ci sono alcuni problemi interpretativi al riguardo. È idea diffusa che non vadano superati i 5.000€ annui, ma è poco più di una leggenda. Ad esempio, se vendo occasionalmente la mia auto usata a 9.000 euro quello non è un reddito da dichiarare e siamo ben oltre i 5.000 euro.

L’occasionalità è soprattutto nel modo di organizzare e proporre il lavoro più che nell’importo. Oggi, anche il lavoro occasionale va dichiarato, che sia attraverso i voucher o attraverso la comunicazione preventiva all’ispettorato del lavoro, pertanto, se avete il desiderio di mettervi in proprio il mio consiglio è quello di accantonare due soldini da investire nell’attività e appena siete pronte di concretizzarla.

 Il regime forfettario è sempre la scelta più conveniente per iniziare?

No, non sempre. Infatti, oltre a non essere sempre possibile per cause ostative, cioè delle limitazioni all’accesso al forfettario, non tutti possono accedere a questo regime e non per tutti i tipi di attività, bisogna tener sempre presente la convenienza.

Consiglio di fare una piccola analisi di costi e ricavi per capire quanto incidono i costi sui ricavi ipotizzati, per valutare la convenienza di questo regime oppure dell’alternativa, che può essere, ad esempio, il regime semplificato.

Non sempre per tutte le attività è consigliata tra l’altro la forma individuale; quindi, si potrebbero fare delle valutazioni ulteriori, come una società (una Sas, una Srl): dipende dall’entità dell’investimento che andiamo a fare e dalla natura del nostro progetto, se coinvolge altre persone e anche dalla nostra personale titolarità di detrazioni e deduzioni. Se per esempio abbiamo degli immobili sui quali abbiamo un’ingente ristrutturazione e quello del forfettario è il nostro unico reddito, facciamo le nostre valutazioni cercando di non perdere la possibilità recuperare queste spese negli anni a venire, soprattutto in questo momento di riforma sui nuovi lavori del Superbonus e di edilizia in generale, e questa situazione potrebbe rendere sconveniente l’accesso al regime forfettario. Sono tutte valutazioni da fare insieme al proprio commercialista.

Io consiglio sempre di scegliere con attenzione il/la commercialista. Quali fattori è utile tenere in mente per questa scelta?

Sicuramente il mondo fiscale è cambiato, in questi ultimi anni siamo entrati in un grande acceleratore che richiede sempre più grande specializzazione. Il primo consiglio è che realtà grandi si facciano seguire da studi grandi e strutturati, realtà piccole si facciano seguire da studi più piccoli, adatti a loro e se possibile specializzati nel loro settore di attività, perché sarà più facile intercettare tutte le possibilità offerte dal mercato.

Inoltre, è bene tenere presente che sempre a seguito della grande specializzazione, spesso e volentieri avere un commercialista di riferimento non esaudisce tutte le nostre necessità: potremmo nel tempo aver bisogno di un consulente del lavoro, di un avvocato, di un esperto di finanza agevolata, e non ci dobbiamo aspettare che sia il commercialista a fare da “segreteria della nostra attività”. I commercialisti seguono gli aspetti fiscali e ci aiutano nella crescita, però dobbiamo essere bravi a costruire una rete di professionisti  a cui rivolgerci in caso di necessità e magari il nostro commercialista può darci dei validi contatti in questo senso.

Da commercialista quale consiglio ti sentiresti di dare a chi sta per avviare un’attività in proprio?

Il mio primo consiglio è questo: se hai in mente un progetto e stai per realizzarlo devi dare al tuo progetto il tempo di svilupparsi: non ti devi arrendere prima che siano passati almeno due anni dall’inizio dell’attività. Vedo troppe volte delle attività che chiudono dopo un anno o un anno e mezzo, che vuol dire non aver aspettato la fidelizzazione, il passaggio di informazioni, il passaparola da un cliente a un altro, non aver visto tutto il ciclo dei pagamenti, delle dichiarazioni, non essersi dati il tempo di raccogliere i frutti del proprio investimento.

Meglio aspettare un pochino prima di partire, mettere via i soldi per sostenerci durante i primi due anni qualora l’attività non ingranasse alla velocità che abbiamo sperato, trovare magari un piccolo lavoretto da affiancare.

La fretta nel mondo delle Partite Iva non è mai buona consigliera!

 

Per approfondire gli argomenti trattati e rimanere in contatto con Elisa:

Sito: www.elisaantolini.com

Instagram: https://www.instagram.com/studio_antolini/

LinkedIn: https://www.linkedin.com/in/elisa-antolini-275b30232/

 

 

Stefania
Stefania
Ciao, sono Antonella Cafaro e mi occupo di assistenza virtuale. Aiuto professionisti e imprenditori a risparmiare tempo, crescere e raggiungere i loro obiettivi godendosi la loro attività mentre io mi occupo del resto e supporto le donne che vogliono diventare assistente virtuale con un percorso di orientamento e mentoring.
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